IL POSTO DELLE FRAGOLE


 Dal libro "CINEMA D'ASCOLTO" di Mariangela Ungaro



Il posto delle fragole è un film del 1957 di Bergman, con le musiche di Erik Nordgren
Le musiche sono in realtà delle emblematiche pennellate timbriche (violoncello e arpa con significati antitetici) il resto è musica IN (suonata al pianoforte, alla chitarra, o cantata) oppure sonorizzazione, ovvero suoni e/o rumori emblematici (rintocco di campane, di orologio, suoni di natura e canti di uccelli).
Vi è una logica intrinseca nell’uso di musica IN, di commento , signal sonori e rumori di scena: si potrebbe parlare quasi di permutazione delle varie componenti sia nelle scene realistiche sia in quelle oniriche, a creare un disegno ben delineato, connesso e connotato proprio anche grazie ai suoni ricorrenti.

Il film si apre con un sogno, e la fase onirica accompagnerà il protagonista (il professor Isaac) per tutto il film; tutti i sogni si aprono con l’arpa, un timbro tipico per connotare un’ idea atavica di mondo onirico, impalpabile, di apertura di sipario, con i suoi glissandi ascendenti. Tutti i sogni tranne l’ultimo, alla fine del film, quando l’arpa è la protagonista di tutto il sogno, non solo dell’apertura, ed accompagna con arpeggi sempre più diluiti, in senso agonico, il protagonista e la giovane Sarah a trovare i genitori di Isaac sulle sponde del laghetto, fino all’ultimo arpeggio, riposante, sereno, che ha trovato finalmente la pace e ha saputo imparare a perdonarsi.
Fin dal primo sogno, sentiamo già molti elementi sonori che caratterizzeranno tutto il film: il battito del cuore e il rintocco dei timpani, sempre più forte, alla vista dell’orologio senza lancette (orologio reale che Isaac ritroverà a casa di sua madre); le campane (alla vista dell’uomo dissolto senza testa) e i loro sonori rintocchi; il suono fisso che si intensifica in una crescente tensione sonora e situazionale (alla vista della bara aperta con se stesso che è vivo e attira a sé con la sua mano esangue, Isaac vivo).
Il primo timido tema orchestrale di musica di commento vero e proprio (salvo un breve inciso tematico drammatico durante i brevissimi titoli di testa, dopo il prologo) lo ascoltiamo quando Isaac giunge – nella realtà e subito dopo nei suoi ricordi - nel “posto delle fragole”, un delizioso e assolato giardino che circondava la sua dimora familiare estiva. 
Risentiamo anche il rintocco della campana, un signal sonoro che chiama a raccolta la famiglia del giovane Isaac, perso tra i suoi ricordi: la famiglia è riunita per la colazione intorno al tavolo e ringrazia il Signore.
Subito dopo ascoltiamo della musica IN: le gemelle infatti stanno cantando una canzoncina per lo zio che fa l’onomastico, mentre una delle sorelle le accompagna al pianoforte. La musica IN ci riporta alla realtà: uno dei ragazzi a cui Isaac e sua nuora stanno dando un passaggio, suona una chitarra, dopo pranzo.
La musica IN alla chitarra chiuderà anche il capitolo successivo: dopo una dissertazione sull’immanentismo, accompagnata da musica di commento drammatica di quartetto d’archi, udiamo ancora i rintocchi dei timpani (che si fondono con il rumore dei tuoni) quando Isaac vede davvero, a casa della madre, l’orologio senza lancette (che apparteneva a Sigfried, l’uomo che ha sposato la sua amata Sarah) e mentre lui ricorda, tornando in fase onirica, la sua Sarah, riparte anche il quartetto d’archi drammatico. La chitarra IN riporta tutto alla realtà: il ragazzo sta suonando ora nella macchina mentre fuori imperversa il temporale.
Il sogno successivo invece vede protagonisti molti signal sonori, timbri e rumori di scena: il tremolo d’archi innanzitutto, il pianto del bimbo, stridenti canti di uccelli nel bosco. Sempre in questo sogno, ascoltiamo anche della musica IN: Sarah sta suonando al pianoforte una delle fughe bachiane (tratte dal Clavicembalo ben temperato): il suo amato Sigfried le bacia il collo, lei smette di suonare e la musica passa senza perdere una nota, dal pianoforte al violoncello solo, che però è musica di commento, mentre la coppia si siede a tavola.
Partono i rintocchi dei timpani mentre Isaac tocca un chiodo fissato allo stipite della porta a vetri con la mano e bussa al vetro insistentemente.
Il suono fisso questa volta serve al risveglio.
Tornati alla realtà ascoltiamo il violoncello solo, di commento, tanto breve quanto drammatico, dopo che i ragazzi regalano al vecchio dei fiori, come omaggio per il suo giubileo: egli ringrazia, ma dice che è tardi e devono ripartire al più presto.
Il violoncello solo sarà anche il commento dopo la premiazione, come se Isaac sapesse bene che il premio che ha ricevuto non è meritato. Il violoncello è sempre associato all’idea di morte o comunque sonorizza il dolore intenso.
La parata del giubileo è sonorizzata con musica IN: trombe e campane.
Ed è IN anche la canzone cantata dai tre ragazzi sotto la finestra del professore, per dirgli addio.