IL POETA PARLA: concerto pianistico con poesie dei Grandi del '900

IL POETA PARLA

Musica &Poesia

19 MAGGIO 2018



ATTRICE E CONSULENTE LETTERARIO: LAURA CASSANI

PIANOFORTE E ARRANGIAMENTI: MARIANGELA UNGARO








Poesia

Musica
D’ANNUNZIO   Rimani
Tramerei (Schumann)
                            L’onda
Barcarola op. 30 n°6 (Mendelssohn)
                            L’Ala sul mare
Serenata (Schubert)
                            La pioggia nel pineto
II mov. Sonatine (Ravel)
                            La sabbia del tempo
Die Nacht (Strauss)


MONTALE        Non chiederci le parole
Il vecchio castello (Musorgskij)
                            Ho sceso con te …
Primo dolore (Schumann)
                            Spesso il male del vivere
Preludio in mi minore (Chopin)
                            Meriggiare
Improvviso in sol maggiore (Schubert)


MERINI              Spazio
Intermezzo (Mendelssohn)
                            Le osterie /  Milano
C’era una volta in America (Morricone)
                            La Terra Santa
Nana (De Falla )
                            Amai teneramente      
Vally atto terzo (Catalani)


DICKINSON      Dopo un grande dolore
Nuovo cinema Paradiso (Morricone)
                            Il mio che leggo /  La mia vita
Speranze di Libertà (Morricone)
                            Una moglie sarò
Valzer n°5 (Chopin)
                            E’ un piacere prezioso
Gabriel’s oboe (Morricone)


QUASIMODO   Alle fronde dei salici
Adagio (Albinoni)


PAVESE             Canzone
La leggenda del pianista sull’oceano (Morricone)
                            Risvegli
Mazurka in sol diesis minore (Chopin)


SABA                 Ulisse
Ebben, ne andrò lontana (Catalani)



IL POETA PARLA è un progetto di MUSICA E POESIA nato diversi anni fa: la musica è sapientemente scelta per accompagnare la poesia di qualsiasi epoca e stile, conferendo al testo, recitato dal vivo, nuove sinestesie, nuovi colori: la musica accresce il significato delle parole, ne dipinge i significati.


Come Musorgskij musicò i quadri dell'amico Hartmann, così le due protagoniste del concerto dipingeranno le parole dei Grandi del '900 italiano ed estero, attraverso i brani più interessanti della letteratura pianistica mondiale.


La suggestione sonora ha radici profonde in ciascun essere umano: nasce dall'inconscio più remoto e comunica in modo assolutamente immediato col mondo esterno, non appena la nostra mente è stimolata dall'ascolto musicale. La stessa immediatezza con cui ci parlano l'arte figurativa iconografica e la parola nella lingua madre.


E così, sotto la parola eco sentiremo il contrappunto che riecheggia tra le battute; le sonorità ancestrali della notte di Strauss diventano il puntillismo sonoro, come i granelli della sabbia del tempo di D'Annunzio; il vecchio castello canta la sua rovina, come Montale riferendosi alla guerra..


E ancora: la discesa iniziale del primo dolore di Schumann diventa la scala della tristezza, discesa da Montale insieme all'adorata moglie; l'Onda d'annunziana sciacqua, sciaborda, come le terzine della barcarola di Mendelssohn, con il loro andamento cullante, a simboleggiare il mare, perenne perplessità, ma esatta e concorde.


Il male del vivere diventa la ragnatela di accordi minori del celeberrimo preludio di Chopin in mi minore, mentre l'assolato, immoto meriggio si culla sul sol maggiore dell'improvviso Schubertiano, tema principale anche del film "La Storia" tratto dall'omonimo romanzo di Elsa Morante.


L'intervento irruento dell'intermezzo allarga gli orizzonti delle urla della Merini, in Spazio, mentre Morricone è perfetto, con le sue note nostalgiche di "C'era una volta in America", per accompagnare i ricordi di Alda nella sua Milano, una città dal sapore antico e genuino.


Abbinare alcune poesie della Dickinson ad alcune pagine di musica per film è stata operazione molto complessa, basata sia sui contenuti della poesia, sia sui significati più profondi della pellicola di riferimento che si era già vestita di musica.

L'errare di Ulisse di Saba diventa la melodia nostalgica della Vally di Catalani lontana da casa; lo strazio delle parole di Quasimodo "Alle fronde dei Salici" è lo stesso dolore lacerante e profondo dell'Adagio di Albinoni, così dignitoso, composto, eppure mai rassegnato.