LEZIONE 6

LE CRONACHE DI NARNIA






ORIGINE DEL NOME, NOTIZIE SULL’AUTORE


Il nome Narnia deriva da Narni, città italiana in Provincia di Terni che in latino si chiamava appunto Narnia. La cittadina si trova tra Roma ed Assisi.
Le cronache di Narnia (The Chronicles of Narnia) è una serie di sette romanzi per ragazzi di genere fantasy scritti da C. S. Lewis.
Clive Staples Lewis (Belfast, 29 novembre 1898 – Oxford, 22 novembre 1963), è stato uno scrittore e filologo britannico. Fu docente di lingua e letteratura inglese all'Università di Oxford, dove divenne amico di J. R. R. Tolkien.
Il ciclo di romanzi fantasy “Le cronache di Narnia” lo rese famoso al grande pubblico.



LA STORIA E LE SIMBOLOGIE


I libri presentano le avventure di un gruppo di bambini che giocano un ruolo centrale nella storia del reame di Narnia, dove gli animali parlano, la magia è parte integrante dell'esistenza, ed il Bene è in lotta contro il Male.
Oltre alle numerose tematiche cristiane, la serie prende in prestito anche personaggi e idee dalla mitologia greca e romana; non mancano evidentemente i riferimenti ai racconti tradizionali britannici e alle  fiabe irlandesi.

I libri contengono profonde allusioni alla dottrina cristiana. La saga può essere letta come la storia di un mondo, dalla creazione (Il nipote del mago) fino alla fine (L'ultima battaglia): Aslan potrebbe essere una rappresentazione di Cristo mentre l'Imperatore d'Oltremare quella di Dio.
Lewis si convertì da adulto al Cristianesimo e l'introduzione di concetti teologici cristiani nelle avventure di Narnia è funzionale a temi facilmente comprensibili ai bambini. La vocazione all'insegnamento non lo abbandonò nemmeno quella volta.

In questo Lewis ebbe successo: Le Cronache di Narnia sono diventate una lettura apprezzata dai bambini ma anche dagli adulti. La teologia è ben inserita all'interno delle storie e i libri possono essere letti per il loro contenuto colorito, avventuroso e mitologico.

Lewis inoltre sfata il mito che egli avesse originariamente composto le storie per lo scopo di dimostrare i principi cristiani:

« Alcune persone paiono pensare che io abbia iniziato a chiedermi se dovessi dire qualcosa sulla cristianità ai bambini; quindi avendo deciso di usare una storia fatata come strumento, aver iniziato a raccogliere informazioni sulla psicologia dei bambini ed avessi deciso per quale fascia d'età scrivere; infine avessi scritto una lista di verità fondamentali cristiane e composto delle "allegorie" per rappresentarle. Queste sono sciocchezze. Non potrei scrivere in questa maniera. È cominciato tutto con delle immagini: l'immagine di un fauno, un fauno che porta un ombrello, una regina su una slitta, un magnifico leone. All'inizio non c'era nulla di cristiano in essi: questo elemento si inserì successivamente di suo proprio accordo. »



LA VERSIONE CINEMATOGRAFICA



Le Cronache di Narnia sono state trasformate in una serie televisiva di successo della BBC nel 1988-1990 ma solo “Il leone, la strega e l'armadio” , “Il principe Caspian”, “Il viaggio del veliero” e “La sedia d'argento” furono filmati.

Le cronache di Narnia - Il principe Caspian (The Chronicles of Narnia: Prince Caspian)       (Walden Media e Walt Disney Pictures, 2008, regia di Andrew Adamson)

Le cronache di Narnia - Il viaggio del veliero (The Chronicles of Narnia: The Voyage of the Dawn Treader) (Walden Media e 20th Century Fox, 2010, regia diMichael Apted)

Le cronache di Narnia - La sedia d'argento (The Chronicles of Narnia: The Silver Chair) (2015-2016)

Nel 2005, dopo anni di attese e rinvii, Walden Media e Walt Disney Pictures hanno realizzato una versione cinematografica de “Il leone, la strega e l'armadio”  intitolata Le cronache di Narnia - Il leone, la strega e l'armadio.

Le riprese del film, sotto la direzione di Andrew Adamson, sono state effettuate principalmente in Nuova Zelanda ed in parte nella Repubblica Ceca.

Le musiche sono state curate da Harry Gregson-Williams, gli effetti speciali sono stati realizzati dalla Industrial Light and Magic di George Lucas.


LA COLONNA SONORA



Harry Gregson-Williams (13 dicembre 1961) è un musicista, compositore e autore di colonne sonore britannico. È fratello di Rupert Gregson-Williams.
Dopo aver studiato sotto Stanley Myers, approda alla Media Venture di Hans Zimmer. Fin dalle prime opere, risalenti agli anni '90, si è distinto nelle composizioni per film d'azione e d'animazione, molto ricche di elettronica e di ritmi "ossessivi".
Lo stile di Gregson-Williams è caratterizzato da un articolato processo di fusione e sperimentazione tra più stili, talvolta ardito: spesso si sovrappongono strumentazione di carattere sinfonico a tastiere e sintetizzatori, nei quali si manifesta la natura d'artista eclettico e moderno.
La sua musica è sempre in equilibrio tra sinfonico ed elettronico, in cui è facile riconoscere elementi appartenenti al jazz, al rock e alla disco. Possiamo riconoscere le buone capacità dell'autore nell'accompagnare scene di azione e di intrighi politici con un'ottima componente musicale che rispecchia fedelmente le immagini riprodotte da film e videogiochi.

NOTIZIE TECNICHE RIELABORATE DALLE PUBBLICAZIONI DI WIKIPEDIA



PLAYLIST DEI VIDEO E DELLE MUSICHE ANALIZZATE:




LE MUSICHE DEL FILM


SINTESI: musica sostanzialmente descrittiva, di azioni e sentimenti.

Il tema di Narnia è l'unico tema realmente composto come tema portante, tutte le altre musiche sono delle  sonorizzazioni a seconda della situazione vissuta dai personaggi.

Nella parte introduttiva del film, siamo immersi in una tragica scena di guerra, dove da un lato sentiamo il tema di guerra, condotto dai corni, ritmico e percussivo, violento, con percussioni che simboleggiano i militari, dall’altro cogliamo il dolore sulla terra, e la fuga nel rifugio della donna con i suoi bambini. La musica narra entrambe le situazioni con crudezza e il compositore non disdegna l’uso di strumenti elettronici e sintetizzatori per rendere maggiormente straniante e lacerante la situazione. Interessante notare l’unico intervento del flauto quando si vede la bambina spaventata a letto che chiama la mamma.
La musica termina con uno sparuto tema ai violini quando i bambini sono tutti salvi, si dà spazio al dialogo.

La musica si fa mesta e dolorosa nella scena successiva alla stazione: il distacco.
Non si può parlare di un tema, ma di interventi tristi di archi e legni, con un clarinetto che cerca di condurre delle parti di tema, spezzate come il cuore dei protagonisti.
Il clarinetto diventa solista del tema quando il treno parte e l’orchestra di inspessisce  dando il via al magnifico viaggio.
La voce femminile accompagna il viaggio dei protagonisti conferendo un’idea di pace, d'incantamento.

In una scena successiva, troviamo i bambini impegnati a giocare: i giochi dei bambini sono accompagnati da una canzone dell’epoca che si interrompe con un eco irreale per spegnersi di fronte alla vista del gigantesco armadio, coperto da un telone bianco, da parte della bambina.
L’effetto acustico di un tuono alla vista dell’armadio, realizzato però con i timpani, risolve con la fiducia della bambina: il flauto torna a suonare dolcemente, accompagnato dal clarinetto, dal triangolo, e da qualche punto luminoso di arpa, che conferisce quel luccichio, quella speranza, quella positività che solo un bambino può rendere reali.

L’effetto del tuono torna a farsi sentire quando la bambina e il fauno di vedono improvvisamente.
Il dialogo tra il fauno e la bambina è accompagnato da un tema dolce.

La bambina e il fauno vanno nella casa di quest’ultimo che suona per la bambina una sorta di aulos, una melodia apparentemente innocua su basso continuo, ma che si popola di percussioni progressivamente incalzanti che animano le fiamme del fuoco fino alla trasmutazione in leone che ruggisce.
Il momento culminante è interrotto e finisce con un suono acuto di violino fisso

Il fauno dichiara alla bambina le sue reali intenzioni, indotte per ordine della strega e la musica si popola di violoncelli, simbolo di morte fin dai tempi del primo teatro musicale.
Il fauno fa scappare la bambina e la musica si anima ritmicamente.

Interessante notare, qualche scena più avanti, Lucy che fissa la candela, risentiamo la voce femminile come un richiamo: Lucy prende la candela e va verso l’armadio (il cuore della bambina è simboleggiato dalla percussione elettronica e da altri effetti di sintetizzatori che si stagliano sotto il tema principale come colli rotti di bottiglia).

Il fratello minore segue Lucy ed incontra la strega: arpa e luccichii sonori contestualizzano la situazione magica.

Qualche scena più avanti, la pallina rompe il vetro: violoncello…La fuga dei bambini, con orchestra impetuosa, sorretta da legni ottoni e percussioni si mischia ai passi minacciosi della governante (amplificati). I bambini si rifugiano nell’armadio e la musica successiva, sollevata e condotta dal flauto, che sonorizza le parole della bambina, vede i protagonisti nel regno invernale magico.

I bambini si inoltrano nel bosco e torna la voce femminile, che potremmo a questo punto definire il richiamo di Narnia.

I bambini vanno alla ricerca del fauno, ma è stato arrestato; incontrano un castoro che gli racconta l’antica profezia e della venuta di Aslam, il vero re di Narnia.
Ci si sarebbe aspettato un tema, ma l’orchestra è leggera, nessuna connotazione particolare, semplicemente accompagna i dialoghi.

Edmund intanto fugge dalla casa del castoro per tornare dalla strega, che egli crede regina di Narnia. Il suo percorso è descritto dalla musica come drammatico, archi gravi, il violoncello tesse le fila dell’orchestrazione inquietante fino alla vista del castello di ghiaccio su cui troneggia il tam tam grande, risuonando come il più sinistro e cupo dei signal.
Tutto l’ambiente del castello è descritto da musica cupa (intervento delle trombe quando arriva il lupo) e percussioni, come i piatti sospesi.

Tutte le scene successive sono semplicemente sonorizzate, o con corni, orchestra completa e percussioni (scene di fuga, scene drammatiche e dinamiche) e con piccolo ensemble (scene statiche di dolore).

Mentre Edmund è incatenato, e ha le idee davvero confuse, si sente una melodia che oscilla, senza approdare da nessuna parte. Si usa spesso questo modo di comporre per scene di perdita della lucidità.

Quando i ragazzi incontrano Babbo Natale, siamo già a metà del film, questi dona loro oggetti simbolici: sentiamo il coro, epico, con orchestrazione en plein air al seguito.

La stessa orchestrazione che dipinge la scena in cui i protagonisti riescono a riunirsi alle truppe del Bene: la loro entrata nell’accampamento è accompagnata da un tema epico orchestrale, sereno e ben dispiegato.

La regina subito dopo si presenta ad Aslam: la musica è tesa, percussioni sommesse e archi flebili, fissi, trilli di tensione.
Il leone decide di sacrificarsi al posto di Edmund: la musica è inizialmente lenta, sommessa, poi l’orchestra si scatena in ritmi tribali.
Durante il rito i rumori di scena si mischiano perfettamente con la musica: musica in
e di commento diventano un tutt’uno.

Alla fine della scena, quando il leone è morto, le due ragazze sono al suo fianco, risentiamo il coro, in tono minore e sommesso.

Ecco il tema di Narnia, finalmente sviluppato in tutta la sua pienezza, per coro femminile ed orchestra, sul volo dell’ippogrifo, animale mitologico - unico che potesse passare tra gli inferi e il mondo dei vivi-. La musica diventa scura, corni, coro maschile sono i protagonisti delle immagini riguardanti le truppe del male. Le scene successive vedono l’orchestra completa protagonista, con andamento ritmico sostenuto.
Lo scontro corpo a corpo tra i due eserciti ha un sommesso suono percussivo: la tensione è altissima e la scelta del compositore va sul suono del battito del cuore, autentico.
Per rendere le scene di guerra più vere, la musica non c’è, i suoni e i rumori sono la colonna sonora stessa, la cosiddetta musica -in.

Alcune scene più avanti, possiamo ascoltare il commovente ritrovamento del fauno da parte della piccola, e si sente la melodia dell’aulos; la musica come ricordo.