LEZIONE 3


QUATTRO STAGIONI 

DI ASTOR PIAZZOLLA.



E' fondamentale nella scuola primaria dare delle categorie mentali chiare sulla dimensione temporale, e fin dalla classe prima si lavora su quelli che potremmo definire pre-requisiti storici.

Le stagioni sono uno degli insiemi del tempo: anno, stagioni, mesi, settimane, giorni, ore, minuti e secondi. Non è una categoria semplice da accomodare nei bambini, soprattutto se molto piccoli.


Quindi per spiegare la stagione dell'autunno ad esempio, le maestre portano fuori i bambini, lasciano che i piccoli osservino i colori delle foglie, il comportamento delle piante e degli animali, e si dettano poesie, si imparano canzoni.


La storia della musica è piena di riferimenti naturalistici, dal mattino di Grieg alla Moldava di Smetana, dal Carnevale degli animali alla pastorale di Beethoven, ai celeberrimi concerti di Vivaldi proprio dedicati alle quattro stagioni.


Pochi però sanno che anche l' argentino Astor Piazzolla compose, 250 anni dopo il prete rosso, quattro brani di straordinaria bellezza proprio dedicati alle stagioni.


Piazzolla non descrive le stagioni in senso letterale o onomatopieco, come avevano fatto ad esempio i compositori prima citati come autori di musica a programma, ma desidera cogliere, attraverso la musica, l'essenza della stagione, in senso naturale e sopratutto umano, profondo, viscerale, seppure filtrato con lo studio approfondito del linguaggio musicale e delle sue forme peculiari.


«Las cuatro estaciones porteñas» (cioè del porto di Buenos Aires), lontanissime dai colori brillanti e dai leggiadri equilibri del barocco veneziano, rappresentano un mondo fatto di struggimento e di tenerezza, che palpita al ritmo del tango.

Per Piazzolla infatti, la vita e le sue stagioni si muovono a ritmo di danza.

La grandezza dell'autore sta nel saper fondere lo studio colto con il tango popolare: su forme tradizionali e studio approfondito, la danza si libera appassionata.
La musica di Piazzolla non può essere inserita in una categoria, ha l'etichetta dell'unicità, come sarà per tanta musica del '900 che avrà tanti volti quanti quelli dei suoi compositori.

Possiamo quindi ascoltare, assaporare le inflessioni, la passione e i suoni stessi di un mondo comunque lontano, che vive le sue stagioni, con i suoi colori. Per pennello, un bandoneon, una sorta di piccola fisarmonica dal suono assolutamente inconfondibile e molto caro al compositore.

 

 

Lasciate che i bambini ascoltino, poi verbalizzate le loro impressioni: dopo aver ripassato i principali strumenti dell'orchestra e i loro timbri, indirizzate le loro idee su quello che hanno provato sentendo, ovvero fateli riflettere su che strumenti hanno rintracciato all'ascolto, come suonano (ad esempio il contrabbasso in Otono usa spesso un suono violento generato dal suono del legno prodotto con la parte lignea dell'archetto che sfrega le corde).Sembra cattivo!
Che tipo di atmosfera crea quel suono?
Personificate gli strumenti, ad ogni strumento legate uno stato d'animo.





OTONO


Il bandoneon porta avanti la melodia principale.
Il brano potrebbe considerarsi bitematico (cioè sono presenti due temi principali, completamente diversi e complementari) e si divide in cinque sezioni.
Le cinque sezioni vedono protagonisti due temi, con peculiarità antitetiche, che creano due sezioni agli antipodi tra loro, proposte in alternanza: A - B – A – B - A .
Il primo tema è decisamente appassionato e genera la prima sezione, A, che ne risulta quindi violenta, viscerale, forte e ritmata; il tema è portato avanti dal bandoneon, mentre gli altri strumenti accompagnano con un puntillismo gestuale molto efficace a livello sonoro e ritmico; da notare il pianoforte che calca gli accordi del ritmo principale, in una agghiacciante sequenza acuta (Piazzolla ha trovato il suono per i rami secchi!), rinforzata da piccole percussioni.
Da notare subito il signal: il gigno...

La seconda sezione, preparata da una piccola cadenza, è caratterizzata dal secondo tema ed è molto diversa da A: la sezione è lenta, con dolce andamento a maglie larghe, tema al bandoneon di ampio respiro; si percepisce malinconia, foglie che cadono, sembra di camminare nella nebbia in un giardino, con la sola compagnia del crepitio delle foglie che calpestiamo..
Anche in questa sezione risentiamo gli accordi acuti del pianoforte, ma sono suonati con una dinamica mp, p: sembra la descrizione di qualcosa che è rimasto immobile, ghiacciato.

Si ritorna alla sezione iniziale, ma meno violenta rispetto a quando era comparso la prima volta. Ascoltate il ruolo del pianoforte: accentua tutte le note principali sulle quali si srotolano gli accordi e calca degli inquietanti accordi nel registro grave, che risultano quasi senza altezza, ma sono fondamentali per l'effetto percussione.
Da notare il glissando del violino, che "striscia" le sue note in basso: sembra di perdere la terra sotto i piedi...
Vi è nuovamente una sofferta cadenza condotta dal violino per chiudere la sezione A e arrivare a B.
L
a sezione B ha le stesse caratteristiche agogiche e dinamiche della sua prima comparsa, ma non timbriche: qui troviamo il tema principale della sezione portato avanti dal violino, in contrappunto con il bandoneon; segue nuovamente la sezione A, appassionata, preparata con gradualità.
Il ritmo è ben stagliato e il glissando conclusivo è davvero "da ascoltare".

Di recente ho avuto modo di ascoltare anche delle versioni per violino solista che mi hanno davvero colpita.
Le immagini inserite si riferiscono a Buenos Aires.

INVIERNO


E' un brano romantico, appassionato, dal dolore composto eppure così "detto"; la melodia del tema è gestita dagli archi, altri archi accompagnano con il pizzicato.
Da notare la difficoltà della parte del violino, che compie vere e proprie acrobazie...
Non mancano nemmeno qui le sezioni animate, forti, stagliate, violente, dal ritmo ben marcato.
Fatele riconoscere ai vostri bambini.
Potete anche fare riferimento alle scale discendenti degli archi che ricordano, come una sorta di libera citazione, i concerti di Vivaldi in alcuni momenti.
La sezione conclusiva, è interessantissima per far sentire i pizzicati degli archi.
Che sia un onomatopea delicata della neve?
Andiamo nel dettaglio: il brano esordisce con un tema molto appassionato ed espressivo, condotto da archi sofferenti. Vi sono diverse parti solistiche per il violino, ha maggior spazio solistico rispetto a Otono. Riprende ancora una volta il tema principale, in struggente contrappunto con gli altri archi, ma si ribella creando una parte successiva decisamente ritmata e convulsa che si arrota su se stessa fino a spegnersi improvvisamente nel tema principale, esposto con piccole fioriture e qualche luccichio di armonico..
Il tema è di nuovo protagonista della sezione successiva, ma più esplicito e forte; invece di cedere alla tenerezza verso la quale sembrerebbero spingerlo gli altri strumenti e l'armonia, crea un affresco vivaldiano con accompagnamento settecentesco degli archi, tremoli sanguigni e progressioni appassionate.
Il tema 1 si ritrova solo, esposto dal violino, con qualche lieve pizzicato degli archi bassi di accompagnamento, che si costruisce a terrazza..
Al termine del brano possiamo ascoltare una parte che davvero non ci si aspetterebbe arrivati a questo punto e che sembra scimmiottare i minuetti settecenteschi; il violino perde passione, carnalità e sembra elevarsi, trasfigurarsi, rassegnarsi... Possiamo ascoltare il tema, o meglio ciò che ne resta, data la frammentazione in cellule che lo rendono a malapena riconoscibile, eseguito con la leggiadria tipica vivaldiana: un esplicito omaggio di Piazzolla a Vivaldi. O forse come dicono i miei alunni, Piazzola vuole ricordarci che in Inverno ci sono tante ricorrenze ipocrite nelle quali dobbiamo in qualche modo salvare le apparenze ed essere controllati e diplomatici.




PRIMAVERA

Ritmata, allegra, con il "ghigno", il violino "acrobatico", il tema molto riconoscibile e che si ripresenta quasi sempre uguale a se stesso, ma con caratteri diversi, dal passionale al mesto, dal supplichevole all'adirato.
Possiamo risentire i
glissandi discendenti degli archi insieme al bandoneon, tipici di Otono.
La terra rinasce in tutta la sua bellezza.
Anche qui non manca la sezione più "tenera" e malinconica, gestita dagli accordi del pianoforte in leggero rallentando.

Nel dettaglio: esordisce il tema, protagonista il bandoneon appassionato, in contrappunto con la chitarra. La melodia si articola a grandi salti intervallari su note di uno stesso accordo ascendente e discendente.
Il brano procede con una parte meno viscerale dell'inizio, in cui il tema alterna caratteri di preghiera a momenti di estrema dolcezza.
Torna la parte ritmata, dove possiamo notare che gli accordi percussivi, prima eseguiti dal pianoforte, ora sono suonati dagli archi, creando un effetto sonoro molto stridente: hanno lo stesso impatto psico-acustico del pianoforte, per secchezza e massima vettorialità.
Il brano si conclude in ff, davvero strappa-applausi.




VERANO

L'estate è ben ritmata, ma più che energetica direi che è strascicata, forse a simboleggiare la calura; il tema è composto dall'insieme di diverse brevi frasi, spezzate, ben riconoscibili e connotate dal punto di vista compositivo.
Chiedete ai vostri bambini quali strumenti si occupano del ritmo, dell'accompagnamento e del tema. Scopriranno che anche la melodia principale qui è il ritmo stesso, e che gli accordi e le note fanno lunghi respiri, cadono sul tempo debole, sincopati, trascinati, aggettivi che saranno la costante di tutto il brano.
Anche in Verano  c'è un cuore lirico, con la melodia al bandoneon e il pianoforte che accompagna. Siamo di fronte ad un momento di notevole stasi, basato sul gesto delle progressioni; sembra di ascoltare una cadenza con un soffuso sottostante accompagnamento.
Il tema della sezione lirica è ripreso da uno struggente violino, che imita il bandoneon e che conduce il brano senza soluzione di continuità verso la ripresa della sezione ritmata.
Chiedete ai bambini quando, secondo loro, il tema iniziale riprende, e chiedete analogie e differenze.
Il brano si conclude con un glissando pianistico vertiginoso.


SPUNTI DI LAVORO


Per ogni brano potete trovare dei movimenti o assegnare loro le parti degli strumenti in modo che il bambino che sta "interpretando" il contrabbasso stia in piedi, e faccia vedere che suona con il legno e che intervenga quando sente il "ghigno"...e così via,...Il bimbo che interpreta il pianista, può suonare sul tavolo con le mani in modo che si capisca che sta suonando degli accordi con le mani ferme che si alzano e si abbassano quando sente l'accordo o una melodia, quindi con le manine aperte che scivolano su e giù...
Ad ogni brano può essere associato un disegno, concreto e descrittivo oppure astratto, con i colori che secondo il bambino ci sono in quella musica.





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