A SCUOLA DI EMOZIONI!

La Scuola resta il luogo prediletto per imparare a diventare Persone Umane e Pensanti. La 4B della scuola primaria Poerio, Milano, ha realizzato la fiaba "Il principino che aveva perso la sua ombra" un brano denso di metafore e colmo di significato, con disegni, didascalie, e ha scelto le musiche per realizzare il filmato, rispettando le categorie universali dettate dal "totem sonoro" (gesti, timbri, ritmi). Il lavoro sulle emozioni, scaturito dalla lettura, dall'ascolto e dai disegni, è stato....Emozionante! La maestra, Mariangela Ungaro, è solo una musicista: ha realizzato un video molto umile. Di seguito è riportato il lavoro completo:





 Riflessioni sul brano "Il principino che aveva perso la sua ombra"


Lettura estremamente interessante quella inviata, densa di metafore e meta concetti estremamente importanti da far emergere in classe, oltre che utili (per non dire fondamentali) nella vita di chiunque.


Il protagonista (un principino) cresce in un contesto in cui le emozioni sono negate, in quanto foriere di crisi, di problemi, quindi messe da parte, in ombra, in quanto generano un lato oscuro che va assolutamente celato. In sostanza le emozioni (come insegna questa società debole che vorrebbe paradossalmente apparire forte e perfetta, appunto, tutta apparenza, figlia di bieca ignoranza) sono negate perchè è difficile guardarsi dentro, si potrebbero trovare emozioni negative che non si avrebbe la forza poi di controllare: meglio nascondere.


Ma nascondere è sbagliato. Non vivere una crisi è sbagliato.


Certo, ci vuole forza morale, ma una volta affrontata la paura di guardarsi dentro, di capire, e superata la crisi, ciò genera catarsi, crescita umana interiore, oltre che un conseguente miglioramento notevole delle relazioni (con se stessi e interpersonali).


La conoscenza genera pace. Conoscere tutte le proprie emozioni, senza negarle, genera comprensione reciproca, tolleranza e perdono: tutti proviamo emozioni spesso contrastanti, ma nessuno è mai morto per questo, anzi, al contrario! E' senza emozioni che si è davvero morti, esistere (per quanto si sia avallati dalla società apparente e unidimensionata) non è sinonimo di vivere.


Non bisogna avere paura del proprio "lato oscuro" ma comprenderlo, affrontarlo, dargli un volto, accoglierlo, perchè fa parte dell'essere: se non lo si accoglie, si resterà incompleti.
E' esattamente quello che accade al protagonista della vicenda: dopo aver celato per anni, la sua ombra è troppo pesante, "non gli sta più dietro", e si perde. Si perde in un luogo scuro, ovvero un bosco: non credo sia un caso. Si perde dove tutto è oscurità, strano, incompreso (la luce del sole -conoscenza- non arriva sufficientemente). Il principino quindi ha paura, è estremamente confuso perchè tra tutte quelle emozioni "oscure" c'erano anche emozioni importantissime, fondamentali alla sua stessa vita, (entusiasmo, piacere di imparare..) senza le quali non può più considerarsi nemmeno vivo (la metafora della paura di volare via, "non pesa niente", non vale niente; il volar via è anche inteso come morte, "andare in cielo", come si dice spesso ai piccini).


Dunque la reazione e le sue fasi:

1. nascondersi

    1. tenersi strette le poche certezze

    2. l'incontro "chiave" con il cane e con il vecchio

    3. il viaggio (nel mare delle emozioni, in tempesta)

    4. la via per la soluzione


  1. Il ragazzino si nasconde dietro un cespuglio, non si sente degno della perfetta società che gli è stata paventata fino ad ora, non vive più il senso di appartenenza, si sente diverso, incompreso e non sapendo affrontare la solitudine (solo le persone estremamente complete possono affrontare la solitudine, anzi la scelgono con convinzione) non trova di meglio che accucciarsi dietro ad un cespuglio (anche il movimento di accucciarsi, il chiudersi, ripiegarsi su se stesso, è emblematico).

    Interessante quando leggiamo che tutti avevano da fare, queste azioni ripetute, alienanti, di cui spesso molti hanno perso anche la semantica... Nessuno cerca il principino e se anche lo vedessero, lo ignorerebbero, abbandonandolo al suo destino.

  2. Si aggrappa ad una pietra, metafora di una certezza incrollabile, una roccia, una pietra miliare.


  1. Lo scorge un cane, ringhia: quando si è deboli, è facile essere attaccati e non reagire. Non si hanno i mezzi per reagire.


    Ma poi arriva il "deus ex machina", un vecchio (metafora di Dio) che non ha niente da fare...


    Lo chiama per nome, metafora biblica: nella Genesi, Dio dice ad Adamo di dare un nome alle cose e ai viventi; dare un nome è il primo modo che ha l'essere umano per conoscere, se nomina sa, fa proprio, ha dato un volto a qualcosa.


    Quando sente il suo nome, dopo molti anni, perchè solo il vecchio ha avuto l'ardire di chiderglielo, il protagonista si ricorda chi fosse realmente, non "Altezza" ma Filippo: "...e mentre lo pronunciava, gli sembrava che fosse proprio un bel nome, così sicuro e familiare, e poi era il suo, quello che l'accompagnava da quando era nato, esattamente come la sua ombra...."


  1. Il viaggio alla ricerca dell'ombra perduta: tutta la Letteratura mondiale (ma anche la Musica e il Cinema, e la Storia) narra di viaggi, imprese, in quanto metafora della vita stessa dell'uomo, fin dalla notte dei tempi (Odissea). Il mare da attraversare per giungere al "paese delle emozioni" è evidentemente tempestoso. Ma quale crisi profonda potrebbe essere calma? La calma però arriva immancabile, dopo l'aiuto reciproco, la collaborazione per un fine comune, (il pescatore che si unisce alla spedizione potrebbe essere metafora di uno specialista, quando la situazione è disperata, e il cane che prima lo aveva attaccato, ora lo aiuta a salvarsi) quando la via è quella giusta, per quanto difficile sia.

    Segue il riposo, doveroso.



  2. La via per trovare se stessi non è un cammino semplice: rieducare la propria anima richiede diversi elementi come la conoscenza di altri simili che porti alla tolleranza, alla comprensione, all'inclusione, oltre che immancabili pazienza (...solo una piccola macchia, ma anche se piccola, meglio del niente assoluto..) e ... il tempo! Il vero galantuomo.
    La conoscenza delle emozioni negative porta a comprendere che tutti le possiedono, che non c'è nulla di male: varia solo il modo, peculiare e proprio di ciascuno, mediante il quale non vi si lascia travolgere in maniera distruttiva.


    Il positivo epilogo del principino, che ora è una Persona completa e ha ritrovato se stesso, conferma la giustezza della via intrapresa, non senza fatica. 



                                                                                             Mariangela Ungaro, 12.5.2021


DIDASCALIE

1) Il principino vive in una città piccolissima, i cui abitanti sembrano felici: in realtà stanno soffocando le loro emozioni, la loro felicità è solo apparenza. Giulia M. 2) Anche il principino viene educato a soffocare le sue emozioni, che butta nella sua ombra (Rebecca) 3) Il bambino è infelice DISCUSSIONE IN CLASSE: Che cosa ti fa tanto arrabbiare? 4) L’ombra diventa sempre più pesante: il principino è costretto ad aspettarla perchè non si vive senza ombra! (Giulia P.) 5) Le emozioni positive finiscono anch’esse nell’ombra e il bambino si sente debole, demotivato, insofferente, svuotato… (Wendy) 6) Il bambino perde la sua ombra e si aggrappa ad una rocca per non volare via: crede di non essere più vivo (volare via è metafora di morire) (Giovanni) DISCUSSIONE IN CLASSE: la mia roccia La famiglia, l’amore, gli amici, la gentilezza, la preghiera, il mio cane, Nutella, la Musica, la solitudine, mangiare, piangere, la mia nonna, la Bellezza, l’Arte, leggere… 7) Le persone ignorano il principino, nascosto dietro ad un cespuglio ed attaccato saldamente alla roccia.(Matteo) DISCUSSIONE IN CLASSE: la fretta! “La noia è la migliore amica dei bambini creativi” (Chiara) “La fretta non va scambiata con l’efficienza!” 8) Il principino incontra il cane che ringhia perché ha fiutato la debolezza (Chiara) 9) Arriva un vecchio (saggezza) che gli chiede come si chiama. Il bambino ricorda il suo nome, e si sente felice. Il principino racconta al vecchio quanto gli sia successo, mostrandosi fiducioso. Il vecchio non ha fretta e si mostra un ascoltatore attento. (Giulia B.) 10) Il vecchio, il cane e il principino vanno in cerca dell’ombra perduta ma senza successo. (Linda) 11) Il vecchio, il cane, un pescatore e il principino attraversano il mare in tempesta per andare nel Paese delle Emozioni (Nicholas) 12) Dopo il naufragio dell’imbarcazione, il cane salva il principino e tutti approdano sani e salvi sulla spiaggia del Paese delle Emozioni (Isabella) 13) Il principino vede una macchiolina d’ombra e va con il cane in perlustrazione del Paese delle Emozioni (Eva) 14) L’ombra comincia a ricostruirsi: i pensieri negativi non sono una catastrofe, anzi, possono essere educati. (Federico) 15) Le emozioni, un tempo gettate nell’ombra, ora albergano nel cuore del principino (Alessandro T) 16) Il principino gioca con altri bambini, incontrati nel paese delle emozioni (Edoardo) 17) Un giorno, al tramonto, il principino scorge finalmente la sua ombra completa (Mahira) 18) Il principino mostra la sua ombra con orgoglio ai suoi amici. (Antonio) 19) I quattro amici ritornano nella città piccolissima (Tommaso) 20) Il principino entra nel bosco, dove aveva perso la sua ombra (Cesare) 21) Uscito dal bosco, il principino è seguito fedelmente dalla sua ombra (Alessandro M.)