LA MUSICA INDIANA E CINESE

LA MUSICA  INDIANA


Per capire la musica dell’India, un paese dalle tradizioni antichissime, è importante conoscere la cultura e la vita della sua gente. Perché qui la musica ha a che fare con la religione, la filosofia, la concezione della vita e del mondo. La musica tradizionale indiana è molto lontana nei suoni e nelle forme dalla musica occidentale. Per questa sua “diversità”, dovuta al suo sound misterioso e all’atmosfera profondamente meditativa che riesce a creare, essa ha sempre affascinato l'Occidente. ln India accanto a una tradizione popolare, nella quale la musica serve a cantare gli avvenimenti della vita quotidiana e ad accompagnare feste e danze, esiste una tradizione colta che considera la musica come una delle vie più dirette per giungere alla divinità. Per costruire il clima espressivo che permette di immergersi nella meditazione sacra, il musicista indiano ha bisogno di tempo: i brani, infatti, sono sempre molto lunghi, con un andamento che a noi occidentali può sembrare ripetitivo e quasi “ipnotico”. Le origini della musica classica indiana sono tracciate a partire dai più antichi libri di sacre scritture della tradizione indù, i Veda. Il Samaveda, uno dei quattro Veda, tratta a lungo di questo tema. La musica indiana è basata sempre sul concetto di raga (scala musicale). Esistono tantissimi raga: ognuno è associato ad un’emozione o a uno stato d’animo. La musica classica indiana è di tipo monofonico ed è quindi basata su di una singola linea melodica





dhol
kanjira



musica in Sanscrito




Santor




sarangi



sarod



sitar

 
LA MUSICA CINESE

La musica cinese si basa su una scala pentatonica, composta cioè da cinque note e detta anche scala cinese.

cinque gradi fondamentali, come spiegato nel Liji, il Libro dei riti, uno dei cinque classici del canone confuciano, sono gong (palazzo), shang (deliberazione), jue (corno), zhi (prova) e yu (ali).

A questi cinque gradi corrispondono cinque modi, determinati in base a quale grado della scala viene suonato come nota fondamentale.

Ognuno dei cinque gradi è poi messo in relazione ad altri fattori che caratterizzano il sistema cosmologico cinese, dai cinque elementi ai cinque punti cardinali, fino ai colori, ai sapori, agli organi, ai visceri e alle cinque categorie della società, creando così un complesso sistema filosofico in cui la musica si integra completamente.

Così, a gong corrispondono l’elemento terra, il punto cardinale centro, la tarda estate, il colore giallo, il sapore dolce, la milza come organo, lo stomaco come viscere e la figura del principe; a shang il metallo, l’ovest, l’autunno, il bianco, il sapore piccante, i polmoni, l’intestino crasso e i ministri; a jue il legno, l’est, la primavera, il verde, il sapore acido, il fegato, la vescica biliare e il popolo; a zhi il fuoco, il sud, l’estate, il sapore amaro, il cuore, l’intestino tenue e i servizi pubblici; a yu l’acqua, il nord, l’inverno, il nero, il sapore salato, i reni, la vescica e l’insieme dei prodotti.

Da questo complesso sistema di corrispondenze deriva che ai diversi suoni vengono attribuite specifiche caratteristiche e funzioni. In particolare, nella medicina tradizionale cinese si ritiene che, combinando le note nel giusto modo, sia possibile stimolare l’energia di un determinato organo e quindi agire su di esso.

Questo sistema musicale trova la sua espressione in una serie di strumenti caratteristici, utilizzati anche in altri Paesi asiatici, le cui sonorità contribuiscono a contraddistinguere ulteriormente la musica cinese da quella occidentale.

Gli strumenti della musica tradizionale cinese

Nel corso dei secoli la musica tradizionale cinese si è arricchita di moltissime sonorità grazie all’utilizzo dei molti strumenti musicali che si differenziano tra loro.

Alcuni di questi strumenti non sono mai arrivati a diffondersi in Occidente, rimanendo una particolarità della Cina e dei Paesi orientali.

Gli strumenti ad arco

erhu
Erhu. Foto Xinhua

 

Ehru

Tra gli strumenti ad arco, il più noto è sicuramente l’erhu, conosciuto anche come violino cinese.

È uno strumento a due corde con un manico e una piccola cassa armonica esagonale oppure ottagonale, costruita in legno di sandalo rosso e coperta da una pelle di serpente o di altri rettili. È suonato in verticale, con un archetto che, a differenza di quanto accade per il violino occidentale, non può essere separato dallo strumento. Spesso utilizzato negli assolo, ha un suono triste e malinconico, ma viene impiegato anche per riprodurre i versi di diversi animali.

Sihu

Stessa struttura e stessi materiali per lo sihu, che differisce dall’erhu solo per il numero delle corde, quattro anziché due.

Jinghu

Dimensioni molto più piccole, invece, per il jinghu, strumento generalmente impiegato per accompagnare il canto nell’Opera di Pechino.

Banhu

Altro tipo di violino è il banhu, usato soprattutto nella Cina settentrionale. Composto di due corde e suonato in verticale, differisce dall’erhu per la sua cassa di risonanza, costituita da una noce di cocco coperta di legno.

Tutti questi strumenti appartengono alla famiglia degli huqin.

Gli strumenti a pizzico

pipa
Pipa. Foto Xinhua

Pipa

Noto ai più come liuto cinese, il pipa è senza dubbio lo strumento a corde pizzicato più conosciuto in Occidente. La cassa di risonanza si prolunga in un manico su cui corrono quattro corde di seta o metallo. Uno strumento ricco di simbolismo, visto che la misura della sua cassa, 3 piedi e 5 pollici, è messa in relazione ai tre poteri, Cielo, Terra e Uomo, e ai cinque elementi, mentre le quattro corde alle quattro stagioni.

Sanxian e yueqin

Tre corde, invece, per sanxian, liuto a tre corde, e yueqin, chitarra della luna.

Cetre

Tra le cetre, strumenti senza manico con le corde tese sulla cassa, le più famose sono il qin o guqin e il zheng guzheng. Il primo ha sette corde, tradizionalmente in seta, una cassa costituita da due tavole di legno, una superiore arcuata e una inferiore piatta, il secondo, invece, ne può avere 16, 18, 21 o 25, anche se il modello più diffuso è quello a 21 corde. Entrambi si suonano orizzontalmente, ma il qin si pizzica con le dita mentre per il zheng si ricorre a quattro plettri applicati alle dita della mano destra.

Gli strumenti a percussione

dagu

Gong

Lo strumento a percussione cinese per eccellenza è il gong, un grande piatto in metallo che spesso dà avvio a un pezzo musicale solenne. Anche se nell’immaginario comune il gong è sempre di grandi dimensioni, in realtà ne esistono di diverse misure.

Oltre al daluogong di grandi dimensioni usato nelle cerimonie e nell’Opera di Pechino per segnare l’inizio o la fine di un passaggio musicale oppure l’entrata e l’uscita di scena di un personaggio maschile o ancora per enfatizzare una parte comica, ci sono lo xiaoluo, il piccolo gong di circa venti centimetri, che nell’Opera di Pechino viene suonato per indicare l’ingresso di un personaggio femminile, e il jiuyunluo, una sorta di carillon di gong, sospesi a un supporto di legno. Simili al jiuyunluo sono i carillon di campane e di pietre, tutti suonati con martelletti di legno ricoperti di feltro.

Tamburi

Come per i gong, anche nel caso dei tamburi se ne trovano di varie grandezze, formati da cerchi di legno ricoperti di pelle di maiale o di bovino. In particolare, ci sono il dagu grande tamburo, e lo xiaogu, piccolo tamburo. Quest’ultimo spesso viene impiegato per scandire il tempo, in particolare quando il suono del ban, strumento assimilabile alle castagnette occidentali tenuto nella mano sinistra del suonatore di xiaogu con la funzione proprio di scandire il tempo nell’Opera di Pechino, viene coperto da altri strumenti particolarmente sonori.

Infine, ci sono i nao, simili ai piatti occidentali con alcune varianti nella forma.

Gli strumenti a fiato

suona

Tra gli strumenti a fiato ci sono flauti, oboi e organi a bocca. I flauti cinesi sono lo xiao e il dizi, rispettivamente flauto dritto e flauto traverso.

Conosciuti come oboi cinesi, anche se effettivamente sono delle zampogne, sono il suona e lo hulusi, entrambi ad ancia doppia, con un corpo centrale in legno duro.

Come organo a bocca troviamo lo sheng, formato da canne di bambù, in numero variabile tra 14 a 32, di lunghezza diversa, su ognuna delle quali è praticato un foro.

La musica cinese moderna

Negli anni Duemila la musica cinese ha assistito ad un vero e proprio cambiamento. In quel periodo si è diffuso sempre più il genere pop di provenienza occidentale e americana. Soprattutto a Taiwan hanno iniziato a nascere e diventare celebri moltissimi gruppi musicali, composti da membri molto giovani, che sono riusciti in pochissimo tempo a diventare gli idoli degli adolescenti cinesi.

Il nuovo genere musicale ha assunto così tanta importante nel Paese di Mezzo e negli stati confinanti da guadagnarsi un nome che lo caratterizzasse: il “Mandapop”.

Il Mandapop si sta sempre più affermando nel mondo Orientale, diventando un buon rivale del K-pop, il pop di origine coreana che si è fatto strada nel panorama musicale di tutto il mondo.

Con l’aumentare delle competizioni canore, anche in Cina si sono formate numerose band, principalmente boy band, e solo in un secondo momento, a seguito dei “Super Girl Contest” si sono formati gruppi costituiti da ragazze.

Queste competizioni hanno reso gli artisti sempre più apprezzati e amati e imitati dai propri fan. Oltre che da un punto di vista musicale, queste nascenti celebrità cinesi vengono apprezzate anche per altre loro abilità, come ad esempio quelle coreografiche, che accompagnano le loro canzoni o il loro aspetto, sempre molto ben curato e “fashion”.

L’importanza dei nuovi cantanti cinesi è cresciuta così tanto che pure le case cinematografiche hanno iniziato ad interessarsi di loro ingaggiandoli come attori all’interno di moltissimi remake e teen-drama.

MUSICA CINESE