la sindrome della quarta dimensione

 LA SINDROME DELLA QUARTA DIMENSIONE


E' da molto tempo che non scrivo su questo blog.
Mi capita che educatrici d'asilo e insegnanti della scuola primaria lamentino alunni che si "assentino" durante le lezioni, i giochi, i momenti comunitari e così via...
E' come se questi bambini siano presenti col corpo (generalmente sono di indole buona e si comportano bene) ma tu educatore capisci che quel bambino non c'è realmente, è assente, è in una sorta di mondo tutto suo.
Gli insegnanti si mostrano preoccupati quando vedono un bimbo "incantato", e lo comunicano ai genitori.
I genitori dovrebbero spiegare che il figlio è solo momentaneamente nella fase della quarta dimensione, ovvero, essendo un bambino particolarmente sensibile e creativo, ha bisogno di un suo mondo in cui rifugiarsi per esternarsi dal mondo esterno, che è diventato a-stimolante in quel momento.
Finché succede all'asilo va ancora bene: mal che vada gli mancherà un pezzo di sequenza narrativa ma, appena torna sulla terra in tre dimensioni, ne riprende subito la semantica.
Il problema è se la cosa capita quando il bambino è già nel secondo ciclo della scuola primaria: il programma va seguito come si deve, le lacune potrebbero restare a vita!
In ogni caso, ci sono adulti che hanno proseguito a comunicare e vivere saltuariamente nella quarta dimensione, quelli che si incantano. Io ne ho conosciuti, erano tutte persone sensibili, buone di indole, tranquille, amabilissime in alcuni casi eppure così sfortunate. Ebbene, s'incantavano. Chi sapevo avesse problemi, evidentemente si incantava prefigurandosi la situazione problematica, una sorta di problem storming in 4D.
Quelli invece sereni, o dolorosi ma che avevano raggiunto un livello più alto di illuminazione, si incantavano perché sognavano ad occhi aperti. Sono rimaste le persone più felici.
Io sono così, e faccio il compositore.